La
notizia è uscita nella primavera del 2012, ma i sostenitori delle teorie
catastrofiste devono essersene accorti solo ora (e infatti vanno ritoccando la
data per la presunta fine del mondo…): il 15
febbraio 2013 un piccolo asteroide, denominato 2012 DA14, passerà a soli 27.200 km dalla Terra. Fa
certamente impressione: questa quota si trova ben al di sotto di quella
occupata dai nostri satelliti geostazionari, che orbitano a 35.800 km sopra le
nostre teste.
Sgombriamo
il campo dal dubbio: non ci colpirà.
Non
stavolta, almeno.
Per
capire meglio chi sia questo oggetto che sta seminando (suo malgrado) il panico,
partiamo dalle origini.
Scoperto
all’Osservatorio di La Sagra (Spagna) il 22 febbraio 2012, si stima che si
tratti di un piccolo asteroide dal diametro
tra 35 e 79 metri. La sua orbita è molto vicina a quella della Terra, come
mostra l’immagine sottostante: in bianco vediamo le orbite dei pianeti e in blu
appare quella dell’asteroide 2012 DA14 (dati NASA-JPL).
La
prossima immagine raffigura cosa succederà il 15 febbraio 2013 e, se la si
prende senza riflettere, obiettivamente fa rabbrividire: l’asteroide e la Terra
sono due puntini sovrapposti!
Sembrerebbe
quindi che il destino della Terra fosse segnato. Invece, è solo questione di
scala: se zoomiamo lo schema fino a poter visualizzare la Terra e i suoi
dintorni, vediamo chiaramente che l’asteroide
ci “sfiora”, ma non ci colpisce. Il margine d’errore di queste previsioni è
praticamente nullo: l’eventualità di un impatto per il 2013 è stata
completamente esclusa.
Questo
asteroide ci fa compagnia da molto tempo. I calcoli ci dicono, ad esempio, che
il 17 febbraio 1918, quando l’oggetto era sconosciuto e nessuno era in grado di
osservarlo, questo sassolone è passato a circa 340.000 km dalla Terra (meno
della distanza Terra-Luna), e periodicamente si è riavvicinato a noi, anche se mantenendosi
un po’ più alla larga.
Un
elenco dei “close approaches” (incontri ravvicinati) calcolati è consultabile
alla pagina del JPL,
come
per qualsiasi altro asteroide conosciuto.
Come
si può vedere, e come era intuibile vista la posizione reciproca delle orbite,
siamo destinati ad un incontro con 2012 DA14 praticamente ogni anno.
Un
nuovo passaggio molto “stretto” avverrà nel 2020. I calcoli degli esperti dimostrano che, anche per quell’anno,
la probabilità di impatto è estremamente bassa: allo stato attuale si stima una
probabilità su 83.000 che l’asteroide possa impattare nel 2020.
Durante
l’avvicinamento del febbraio 2013, le osservazioni
radar condotte dal JPL consentiranno di ottenere misure più precise che
porteranno a conoscere l’orbita dell’asteroide con affidabilità ancora
maggiore, in modo da prevedere cosa succederà sul medio e lungo termine.
Non
c’è motivo di temere questo asteroide, almeno non per i prossimi anni, ma deve
restare alta l’attenzione degli esperti sugli oggetti che popolano i dintorni
della Terra.
Oggetti
del diametro di 50 metri, cadendo sulla crosta terrestre, provocherebbero devastazioni
su una superficie di oltre 2000 km2, come dimostra l’evento di
Tunguska avvenuto nel 1908 (per fortuna, in piena Siberia e senza vittime).
E’
quindi importante che esistano telescopi dedicati al continuo monitoraggio del cielo, in modo da scoprire gli asteroidi,
anche quelli di dimensioni così piccole, in tempo utile per prendere
provvedimenti (si tratterebbe di scenari molto
diversi, comunque, da quelli proposti nei film hollywoodiani…).
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