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lunedì 3 novembre 2014

Conoscere la Luna...

"Super-Luna" o Luna normale? Questo è il dilemma. Con questo interrogativo, in occasione di una delle precedenti osservazioni all'Osservatorio "A. Betti", si è aperta un'avvincente discussione intorno alla Luna e ad alcune sue caratteristiche.
Ci si è interrogati sul motivo per cui, in base ai diversi periodi, osserviamo dalla Terra parti diverse del nostro satellite naturale. Infatti è risaputo che il tempo che la Luna impiega a compiere una rivoluzione completa intorno alla Terra è pari al tempo che impiega a compiere un giro di rotazione sul proprio asse, ossia poco più di 27 giorni. Questo porta alla constatazione che da terra dovrebbe essere visibile sempre e solo la stessa faccia della Luna dal momento che il satellite ci presenta sempre quella faccia. Il che significa, ancora, che ad essere visibile dalla Terra dovrebbe essere sempre il 50% della superficie lunare. Tuttavia sorprenderà alcuni lettori il fatto che le cose non stiano effettivamente così. Ebbene sì, non è vero che la Luna ci presenta sempre la stessa faccia ma una parte poco più grande della metà, all'incirca il 59%.

La Luna così come possiamo vederla dalla Terra.
Legittima è la domanda di chi si chiede a cosa sia dovuta questa evidenza empirica e necessaria è un risposta quantomeno generale, senza avere la pretesa di una massima esaustività e di una precisione assoluta nell'esporre l'argomento. Infatti la risposta di questo fenomeno si ottiene introducendo la questione delle librazioni lunari, descrivibili come movimenti apparenti della Luna. Ci sono diversi tipi di librazioni ma l'obiettivo che mi pongo è di offrire una panoramica generale su di essi, lasciando al lettore la libera scelta se approfondire o meno l'argomento. 
In sostanza, un osservatore attento (e che abbia la straordinaria, quanto improbabile, possibilità di osservare la Luna ogni giorno dal momento del suo sorgere al momento del suo tramontare) si accorgerebbe che, per dirla con le parole di Luca, mentore della serata sopracitata, "è quasi come se la Luna dicesse contemporaneamente diverse volte sì e no durante tutto il suo ciclo".
Innanzitutto bisogna tenere conto che, nell'osservare la faccia che ci mostra la Luna, anche l'osservatore sulla superficie terrestre si muove, insieme alla Terra, causa il suo moto di rotazione. Quindi nel periodo che va dall'alba al tramonto della Luna, che consideriamo come l'oggetto B, all'osservatore, che è l'oggetto A, viene presentata sempre una stessa parte della Luna, a cui si aggiunge inizialmente una parte variabile da un lato, e alla fine, quando ci avviciniamo al tramonto, un altro piccolo spicchio variabile dall'altro lato. Conseguenza di ciò è il moto apparente del nostro satellite, che sembra "dica continuamente no". 
Altro moto apparente è quello generato dall'inclinazione dell'orbita lunare rispetto all'orbita dell'eclittica, che si può definire come il percorso apparente che il Sole compie in un anno rispetto allo sfondo della sfera celeste (apparente in quanto a muoversi non è il Sole ma la Terra). Questa evidenza fa sì che, nel percorrere la sua orbita attorno alla Terra, la Luna presenti sempre la medesima parte, alla quale si aggiunge alternativamente (ossia ad un punto della sua orbita e poi al suo opposto) uno spicchio variabile in alto e poi in basso. Intuitivamente se ne deduce il movimento apparente dell'astro, che sembra "dica continuamente sì", con un ritmo decisamente più lento rispetto a quello con cui "sembra dire no".
In ultimo c'è un altro effetto da prendere in considerazione. Vi è mai capitato di osservare, alle volte, una Luna apparentemente più grande del solito? Se la risposta è negativa... significa che non avete mai osservato bene; ma se la risposta è affermativa, abbiamo pronta la spiegazione. Molto semplicemente questo effetto ottico è dovuto alle caratteristiche intrinseche dell'orbita lunare, la quale, come le orbite di ogni altro astro che ruoti attorno ad un altro corpo, è caratterizzata da un apogeo ed un perigeo, ossia un punto di massima distanza dalla Terra ed uno di massima vicinanza. Questo porta a vedere effettivamente una Luna più grande quando essa si trova al perigeo, anche se si tratta sempre di un effetto ottico. 
Vedete, quindi, quante informazioni interessanti possono emergere attorno ad un oggetto che crediamo di conoscere così bene come il nostro satellite naturale? Concludo ribadendo di non avere avuto pretesa di esaustività nel descrivere il fenomeno, dal momento che io per primo non sono un esperto, ma spero comunque di aver reso l'idea in linea di massima e, perchè no, di aver destato una curiosità in piu in qualcuno. Senza dubbio, però, questo piccolo contributo può essere considerato l'avvincente, e più o meno riuscito, risultato di una semplice, quanto rivelatrice, spiegazione di un fenomeno che tutti noi abbiamo incontrato nello studio delle scienze della Terra a scuola... lasciatemi dire che ha ben ragione chi sostiene che tante volte le conoscenze apprese in un contesto pratico lasciano molto di piu il segno delle medesime conoscenze apprese forzatamente su un banco di scuola!

Terra e Luna.

Simone Borsari
Socio AAI

domenica 12 ottobre 2014

Training per “soci attivi” all’AAI
Serata di osservazione del 5 ottobre 2014

L’AAI sta organizzando, su richiesta, di alcuni soci neofiti interessati a costituire un nuovo “gruppo attivo”, incontri finalizzati a comprendere come utilizzare l’osservatorio e i suoi strumenti in modo autonomo. In questo contesto, nella serata del 5 ottobre, si è tenuta una serata riservata ai soli soci in cui ci siamo dedicati all’osservazione, ma anche all’utilizzo degli strumenti.
Sono stati presenti diversi soci e alcuni ospiti e l’oggetto di osservazione della serata era costituito essenzialmente dalla Luna, forse il miglior oggetto esplorabile a distanza dalla Terra.
Inizialmente è stato organizzato da Luca un confronto fra diversi strumenti di osservazione: nello specifico un telescopio manuale di dimensioni ridotte, in dotazione all’osservatorio, e il telescopio principale. Abbiamo cercato di puntare il telescopio manuale verso la stella polare per cominciare l’osservazione metodica, su suggerimento di Luca, che però ha lasciato libera scelta sulla modalità di puntamento: in questo modo abbiamo potuto metterci alla prova su come risolvere un piccolo problema di puntamento. A questo punto abbiamo direttamente rivolto la nostra attenzione alla Luna, utilizzando il cercatore montato sul telescopio per migliorare la precisione dell’osservazione. Abbiamo iniziato ad osservare la superficie lunare, quasi in fase di luna piena, aprendo un dibattito su alcuni crateri di cui non si è compresa subito l’identità. Per fare ciò, siamo ricorsi alla mappa della Luna, presente in osservatorio, elaborando alcune ipotesi.
Nel frattempo siamo passati al telescopio interno, con specchio secondario montato per la modalità di osservazione Cassegrain. Abbiamo utilizzato anche il telescopio guida per poter identificare più facilmente una certa zona di osservazione. Ci è stato spiegato come sia necessario partire sempre da oculari a grande campo e a basso ingrandimento nell’osservazione, dal momento che, in questo modo, è possibile identificare meglio l’oggetto, o la parte dell’oggetto, a cui si è interessati. Nel puntare il telescopio, non siamo ricorsi all’inserimento delle coordinate di declinazione e ascensione retta bensì abbiamo mosso direttamente il telescopio “con meno precisione” vista la facilità insita nell’individuare l’oggetto in osservazione (la Luna). Tuttavia è stata ribadita l’importanza di prestare attenzione nel momento in cui si cambia la declinazione poiché, a causa del peso dello strumento, il movimento di inerzia può causare gravi danni alla strumentazione. Proprio per questo motivo è molto spesso consigliabile essere almeno in due nelle operazioni di puntamento con il telescopio principale, di modo che uno dei presenti possa muovere il telescopio mentre l’altro si assume l’incarico di bloccare e sbloccare la leva  del movimento in declinazione.
Inoltre Luca ci ha presentato alcuni video e immagini relative alla Luna e alle diverse missioni spaziali nella sala principale al piano terra. Ci siamo soffermati sulla spiegazione del fenomeno delle librazioni lunari, delucidazione che è stata particolarmente interessante, a mio avviso ben più interessante e chiarificatrice di quanto non lo sia stata la lezione sulle librazioni lunari al Liceo, quindi i miei personali complimenti a Luca per la sua spiegazione. Sostanzialmente si tratta di un fenomeno che deriva dai movimenti della Luna attorno alla Terra e dai moti di rotazione e rivoluzione della Terra: la compresenza di tutti questi moti genera l’effetto della librazioni lunari. Ma in questa sede non dirò di più: l’argomento potrebbe anche diventare oggetto di un nuovo articolo di divulgazione, perché no…
I soci AAI che volessero partecipare a queste iniziative sono invitati a comunicarlo al Consiglio Direttivo utilizzando i consueti recapiti.
Arrivederci alla prossima.

Simone Borsari
Socio AAI