giovedì 13 novembre 2014

Perché spendere soldi per la missione Rosetta?



Il nostro è stato il solo Paese occidentale a non dare grande rilevanza mediatica alla missione Rosetta. Non che questo sia stupefacente, considerando il crescente disamore per la scienza - forse a sua volta  collegato alla fattiva scomparsa di alcune discipline scientifiche dai programmi scolastici.
Sarebbe interessante discutere del perché questo regresso delle conoscenze di base stia affliggendo l'Italia, e di quali scenari di convenienza possano essere all'origine del problema... Ma non è questa la sede. E io non sono una tuttologa da talk-show.

Mi preme però, per una volta, lasciare qui alcune mie personalissime riflessioni, anche a valle dei tanti commenti che ho letto in rete.

Anzitutto, mi piace sottolineare che l'uomo per sua natura è esploratore, inventore, innovatore. Se questo tratto non fosse caratteristico della nostra specie, saremmo ancora rintanati nelle caverne. Invece non ci stanchiamo mai di farci delle domande, di cercare risposte e soluzioni, di inventare nuove cose. Non solo per migliorare la nostra sopravvivenza, anzi. Siamo "inquieti animali culturali"e la mera sopravvivenza non ci basta più: nella vita cerchiamo conoscenza, emozioni, sfide da superare, nuovi traguardi.
Indagare l'Universo, e ancor più esplorarlo fisicamente, è ambizioso e difficile. Richiede tanto studio, intelligenza, impegno, risorse. E può sembrare distante dalla quotidianità, lo capisco.

Oggi viviamo in una crisi economica e culturale che porta molte persone a dire: "Tutto questo è superfluo, non mi porta alcun vantaggio, dovremmo smettere". Una posizione ovviamente lecita, ma mi permetto di dire che la trovo terribilmente semplicistica. Molto di quello che facciamo (o possediamo) è superfluo - nel senso che non è funzionale alla nostra sopravvivenza. Eppure siamo parecchio restii a non farlo (o a separarcene).
Perché proprio investire sulla conoscenza sarebbe uno spreco, in questo quadro globale? Solo perché non porta immediatamente soldi nelle tasche di tutti?
Sappiamo bene che alla base della crisi ci sono speculazioni finanziarie, iniquità sociale, ruberie varie. Non sono certo stati gli studi astrofisici o le missioni spaziali a crearla.

Qualcuno starà per dire: "Va beh, ma se ora i soldi sono pochi qualcosa dobbiamo pur tagliare! Quindi iniziamo da quello che non produce ricchezza."
Sicuri che non sia meglio evitare le ruberie e gli investimenti truffaldini che lasciano (tante!) opere incompiute? E sicuri che la scienza di base non produca ricchezza?
Si tenga conto che i soldi spesi per la ricerca e per le missioni non vengono impacchettati e spediti nello spazio... Si trasformano in parecchi posti di lavoro e appalti per industrie, qui sulla Terra, senza parlare delle ricadute tecnologiche commerciali che producono negli anni a seguire.
Se vogliamo una civiltà varia e produttiva in cui coltivare benessere e sviluppo, tutti i suoi ambiti vanno considerati con lungimiranza, certamente facendo sì che abbiano le opportune proporzioni. Ci stiamo invece abituando a non ragionare sul medio e lungo termine, e la crescente lotta tra poveri - oltretutto - sta facendo solo il gioco dei furbi...

Il mio parere è che, in ogni caso, la conoscenza abbia un valore in sé. Punto.
Studiare una cometa da vicino, anzi forse anche "da dentro" se Philae riuscirà ad analizzarne la composizione, ci porterà informazioni preziosissime e senza precedenti sull'origine del Sistema Solare, quindi anche su noi stessi.
Questo non ci aiuterà a pagare le bollette o a trovare la cura per il cancro, no. Però sarà un importante tassello da aggiungere al nostro sapere, vi pare proprio così indesiderabile?

E quanto ai soldi, i benedetti soldi, spesi per questa missione...
Si, sono stati tanti: il totale di oltre 20 anni di lavoro - tanto è durata la missione, dalla preparazione allo sbarco - ammonta a 1,4 miliardi di euro.
Detto così suona folle, vero?
Per confronto: è il costo di quattro aerei Airbus A380 - quelli enormi che fanno i lunghissimi voli.
E' quello che ci costa il Parlamento Italiano (Camera e Senato) *ogni anno*.

Ma ciascuno di noi quanto ha pagato? Beh, visto che si è trattato di una missione europea con partecipazione anche di altre nazioni, a conti fatti ciascun cittadino europeo ha speso 3,5 euro spalmati in 20 anni (qualcosa come 20 centesimi all'anno). Due gelati, quattro caffè, una o due riviste, mezzo pacchetto di sigarette, fate voi il paragone...
Vi sembrano davvero troppi?

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1 commento:

Unknown ha detto...

Bellissimo articolo, Simona, complimenti, l'espressione "inquieti animali culturali" mi fa sentire in modo strano, molto orgoglioso di esserlo... non credo che esista un'espressione più indicata per indicare l'essenza stessa dell'essere umano, è quello che siamo, o meglio quello che dovremmo essere. Mi duole ammettere (ma lo sai benissimo perché lo hai detto anche tu in altre parole) che non tutti la pensano così, non tutti gli esseri umani sono effettivamente "inquieti animali culturali". Anzi lasciamo dire che per molti esseri umani questa espressione andrebbe tagliata prima. Già, perché molti esseri umani sono "inquieti animali" punto e basta, purtroppo. Voglio anche commentare la spesa. Ti dico la verità. Nel leggere la cifra, francamente mi sono meravigliato molto... già, per quanto bassa essa sia. Sarà che sono abituato ad ascoltare i telegiornali, a leggere i giornali e quindi a imbattermi in cifre di diecine, centinaia o anche migliaia di miliardi di euro, che sono le cifra delle operazione speculative finanziarie che governano l'economia (e purtroppo la politica) mondiale, dentro il cui flusso noi siamo. 1,4 miliardi di euro non sono veramente niente, niente, rispetto alle grandi cifre che caratterizzano la crisi economica odierna, quindi questo confronto abbastanza (ritengo) efficace dovrebbe essere fatta notare a tutti coloro che criticano anche l'elemento specifico della spesa. Concludo dicendo solo che si spendono molti, ma molti più soldi, per cose molto meno utili, e anche distruttive per gran parte della società, ma lo scotoma, a quanto pare, esiste davvero: la mente vede solo quello che vuole vedere.