sabato 22 agosto 2015

Marte grande come la Luna?

Come si suol dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Se poi questo lupo di nome fa internet, e il suo vizio è far circolare notizie false, possiamo aspettarci una certa propensione alla reiterazione. Ed è proprio ciò che è accaduto qualche giorno fa, quando è apparsa la sensazionale notizia secondo cui il 27 agosto, corrente anno, il pianeta Marte sarà visibile in cielo con le dimensioni della Luna. L'impatto mediatico che può avere un evento del genere è sicuramente rilevante e tale da attirare “like” e commenti con una certa facilità, ma purtroppo occorre rendere onore e giustizia alla verità scientifica a scapito della “magia” intrinseca che questi accadimenti portano inevitabilmente con sé. Quindi appassionati e romanticoni in genere risparmiatevi la nottata con il naso rivolto al cielo, poiché per vedere Marte più grande del solito dovrete aspettare fino al 2287, e per quanto possa essere comoda la vostra postazione, l'attesa risulterebbe snervante.  
Occultazione di Marte da parte della Luna
La notizia appare già nel 2003 quando Marte si trovava alla minima distanza dalla Terra, ovvero 55 milioni di chilometri circa (la distanza media di Marte dalla Terra è di 225 milioni di chilometri), contro i ben inferiori 400 mila chilometri, che separano abitualmente la Terra dalla Luna. Ad una tale distanza “ravvicinata” il pianeta rosso era più visibile del normale: appariva come un puntino, similare ad una stella, molto luminosa e di colore rossastro; se osservato con un telescopio raggiungeva addirittura dimensioni molto simili a quelle della Luna vista ad occhio nudo. Comunque nulla di paragonabile alle dimensioni del nostro satellite.
Marte, il dio della guerra secondo la mitologia romana, simbolo di forza e potenza. Un nome di tutto rispetto per un pianeta che solitamente appare in cielo come un piccolo puntino rossastro, ma come sappiamo bene non siamo noi a decidere il nostro nome, e questo vale anche per i pianeti. Ulteriore neo che rivela l'inattendibilità della notizia, oltre ad evidenziare una scarsa conoscenza della materia da parte dei divulgatori, risiede nel fatto che il 27 agosto Marte non sarà visibile in cielo in quanto sarà angolarmente vicinissimo al Sole, quindi osservabile come un minuscolo puntino rossastro rivolgendo lo sguardo ad est, poco prima dell'alba basso sull'orizzonte.
Questo purtroppo non è altro che uno dei molteplici esempi di bufale scientifiche attualmente in circolazione. Studi mal interpretati, fraintendimenti, miti scientifici e forse una certa propensione umana all'ammirazione per tutto ciò che risulta essere “stra-ordinario” alimentano questo “mercato” delle falsità, che tra vecchio e nuovo ormai presenta una certa varietà di “prodotti”. Nell'epoca dei media, della rete di facile accesso, il tutto risulta di estrema facilità e velocità, ed ecco che in un battito di ciglia queste “bugie” scientifiche rimbalzano da una parte all'altra del nostro pianeta, facendo sgranare qualche occhio o lasciando senza parole, ma sicuramente rendendo tutti più poveri dal punto di vista della conoscenza. Ed ecco allora il monito che vi si vuole dare, o se volete la morale finale: leggete, documentatevi, domandate e ascoltate con passione, ma prima di tutto ciò abbiate cura di informarvi sulle fonti e sulla loro autorevolezza. Solo così riuscirete a soddisfare appieno la vostra sete di sapere.    


Federico Di Giacomo
Silvia Canè




domenica 9 agosto 2015

La divulgazione scientifica: piacere e necessità

Evento più unico che raro quello che si è tenuto ad Imola la sera del 26 maggio 2015, nella suggestiva cornice dell’ottocentesco Teatro Comunale “Ebe Stignani”.

L’Associazione Astrofili Imolesi e l’Assessorato alla Cultura di Imola hanno colto al volo, mettendo in piedi un’organizzazione in tempi da record, l’occasione di ospitare Paolo Attivissimo, popolare giornalista e blogger, e Luigi Pizzimenti, esperto di missioni spaziali e accreditato presso ESA e NASA, eccezionali accompagnatori dell’ospite d’onore: un frammento di roccia basaltica (ovviamente collocato all'interno di un apposito sistema di protezione) proveniente direttamente dal nostro satellite naturale, la Luna, recuperato in occasione della missione Apollo 17, l’ultima missione avvenuta sulla Luna con equipaggio umano.

Il frammento di roccia lunare (poco sopra il centro
dell'immagine) posto all'interno della teca di protezione.
Nel corso della conferenza-spettacolo, che ha raccolto oltre 300 persone al Teatro “Ebe Stignani”, i due esperti ci hanno reso partecipi di alcuni dei segreti e delle difficoltà che si celano dietro alle missioni spaziali, nello specifico alla missione Apollo 17, ma anche dei retroscena del loro esclusivo viaggio alla NASA per recuperare il frammento di roccia lunare da esporre in occasione del tour didattico. Attraverso una presentazione accattivante e ben preparata, ci hanno illustrato le diverse fasi della missione, le molte difficoltà, ma anche le gioie e le soddisfazioni dell’ultimo equipaggio che è sbarcato sulla Luna, che includeva il geologo Harrison Schmitt,  colui che ha raccolto anche il frammento di Luna che abbiamo visto esposto.

Qual è il significato di questo evento? Quali ragioni hanno spinto questi due divulgatori ad impegnarsi in un intenso tour in Italia, per portare il frammento lunare di città in città?

Sarebbe stato più facile esporlo in un museo e dire a tutti gli italiani - venite a vederlo… - Invece abbiamo scelto di portare questo reperto e i tanti contenuti che lo accompagnano, direttamente tra le persone. Questo è Ti porto la Luna”. Queste le semplici parole di Luigi Pizzimenti, tra le altre cose anche curatore della sezione aerospaziale del Museo del Volo “Volandia” di Malpensa, che ci fanno meglio comprendere l’essenza stessa di questa iniziativa: il desiderio di divulgazione scientifica, di rendere partecipi le persone “comuni” di eventi che accadono molto lontano da loro, ma al contempo molto vicino: eventi che, senza che ce ne rendiamo conto, arricchiscono l’intera umanità di nuove conoscenze, nuove scoperte, nuove tecnologie. Proprio la divulgazione diventa strumento essenziale per portare almeno una piccola parte di queste conoscenze anche a coloro i quali, altrimenti, non ne avrebbero accesso.
Analizzando le fasi della missione, gli aspetti tecnici ad essa connessi e i contributi di ciascun membro dell’equipaggio, Paolo Attivissimo, autore del libro “Luna? Sì, ci siamo andati”, ha preso in considerazione anche il modo in cui le persone guardano alle missioni spaziali, le informazioni che ne ricavano, e, nello specifico, al modo in cui si mettono in dubbio determinate tappe raggiunte dall'umanità, come gli stessi sbarchi lunari.

Paolo Attivissimo e Luigi Pizzimenti subito dopo
la consegna del campione lunare.
Se riesco a sminuire queste imprese, mi sento meno piccolo”. È questa, secondo il giornalista, una delle motivazioni alla base della scarsa considerazione, o addirittura diffidenza, che molti riservano alle missioni spaziali. Se le informazioni sul reale svolgimento dei fatti fossero più accessibili e comprensibili, se il sapere scientifico fosse maggiormente diffuso e si conoscessero i molti frutti che ne derivano, forse le reazioni sarebbero diverse… qui si cela il fondamentale ruolo della divulgazione scientifica, strumento vitale per combattere una vastissima disinformazione.
E anche questo, fra gli altri, è uno degli obiettivi che l’Associazione Astrofili Imolesi da sempre si pone: cercare di offrire alle persone stimoli e informazioni per spingerli a conoscere di più su ciò che le circonda.

È stata un’organizzazione “lampo” quella che ha portato al concretizzarsi dell’evento “Ti porto la Luna”, una corsa contro il tempo, affrontata con la volontà di far vivere ai cittadini di Imola un’esperienza fuori dal comune. Gli sforzi sono stati ripagati da un successo che ha superato le nostre aspettative. Vedere il Teatro riempirsi a poco a poco è stato emozionante. Persone di tutte le età, alcune provenienti anche da territori limitrofi, hanno sfidato una serata di pioggia battente per venire ad ammirare dal vero un piccolo pezzo di Luna e per ascoltarne la storia. Un esito positivo che fa riflettere sul fatto che, nonostante i tanti impegni quotidiani e la mancanza di tempo, molte persone accolgano con entusiasmo queste occasioni di approfondimento, a riprova del fatto che anche l’azione e le iniziative organizzate da una piccola Associazione come la nostra sono in grado di regalare intense emozioni, di far vivere esperienze fuori dall'ordinario. Questa consapevolezza, ci rende, come soci, ancora più consci di ciò che possiamo fare; approfondire con metodo una nostra passione per offrire a noi stessi e agli altri stimoli e informazioni, rispondendo al bisogno di conoscere e di imparare che, in fondo nessun essere umano dimentica mai del tutto. Una necessità che può essere “sfamata” proprio con iniziative ed eventi che, anche solo per una sera, fanno avvicinare anche la persona più semplice alle meraviglie del cielo, all'esplorazione dello spazio e alla sua affascinante storia.


Simone Borsari
Socio AAI

venerdì 7 agosto 2015

A caccia della ISS

Catturare un’immagine sufficientemente chiara della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, in orbita attorno alla Terra. Questo è uno degli obiettivi che ci si è posti di recente all'Osservatorio astronomico “A. Betti”. Un tentativo degno di tutto rispetto si è tenuto la sera del 31 luglio all'Osservatorio, tentativo che, nonostante il risultato non eccezionale, è comunque servito a migliorare la tecnica. Un risultato sicuramente migliore è stato ottenuto la sera di lunedì 3 agosto, quando l’esperimento si è ripetuto, oserei dire, con successo.

La Stazione Spaziale orbita intorno alla Terra ad un’altitudine di oltre 400 km e alla considerevole velocità media di 27 600 km/h. Visibile ad occhio nudo dalla Terra per le sue notevoli dimensioni e per la presenza dei pannelli solari molto riflettenti, il suo moto si distingue chiaramente da quello di altri oggetti mobili che possiamo scorgere nel cielo notturno, come gli aerei (infatti la sua luce è fissa e non intermittente). La sua velocità è tale che, nelle migliori occasioni, si rende visibile per poi scomparire nell'arco di pochi minuti.
La Stazione Spaziale è visibile molto spesso nei nostri cieli: per osservarla è, però, utile conoscerne l'ora del transito e la traiettoria approssimativa, obiettivo facilmente raggiungibile anche con apposite applicazioni per smartphone.

In occasione della prima serata, per raggiungere l’obiettivo si è fatto ricorso a tutta la strumentazione dell’Osservatorio, e non solo: sono stati impiegati il rifrattore di guida ed il rifrattore apocromatico presenti in cupola, mentre sul terrazzo erano montati il nostro C14 e il C8 di proprietà di uno dei soci. Il momento del transito era previsto dalle 22.47 alle 22.55: gli strumenti erano tutti ampiamente pronti e in posizione; il telescopio in cupola era puntato su una posizione precisa della traiettoria della ISS e, per così dire, "l'aspettava al varco", mentre i telescopi in terrazzo venivano impiegati tentando di inseguire la ISS in modo manuale, in quanto non disponiamo di un sistema di tracking automatico. L'esperimento ha dimostrato tutte le difficoltà dell'impresa, inasprite dalla elevata velocità della ISS. Nel caso del C14, molto probabilmente, un piccolo urto ha scollimato il cercatore e reso vano il tentativo di effettuare l'inseguimento tramite di esso. Le riprese effettuate col C8 sono andate meglio, ma i frame ottenuti mostrano ugualmente un effetto di "mosso". Per quanto riguarda i telescopi in cupola, il puntamento si è rivelato corretto e la ISS ha effettivamente attraversato in pieno il campo inquadrato. Peccato che la legge di Murphy si sia rivelata quantomai valida: proprio nel breve istante del transito, il computer collegato alla videocamera si è spento per surriscaldamento! L'altra fotocamera, collegata al telescopio di guida, ha registrato il passaggio ma, non essendo in grado di riprendere video con esposizione adeguata, le immagini sono risultate mosse e sovraesposte.
Insomma, la fortuna non è stata esattamente dalla nostra parte.



Ma, come si suol dire, chi la dura la vince! E anche in questo caso è stato così. Il tentativo di lunedì 3 agosto è andato decisamente meglio e l’osservazione dal C14 ha portato ad un risultato decisamente positivo. La Canon installata sul Celestron C14 ci ha regalato un’immagine abbastanza nitida della ISS, che ha sicuramente dimostrato che anche i tentativi precedenti non sono stati vani e che, in generale, l’obiettivo è stato raggiunto!

Si ringrazia il socio Simone Ciarlariello per le immagini, importante testimonianza del lavoro di squadra svolto, considerata anche la presenza di numerosi soci in entrambe le serate.


Simone Borsari
Socio AAI




lunedì 6 luglio 2015

30 giugno 2015 Congiunzione Venere Giove


Il 30 giugno 2015 c'è stata la congiunzione o come è stata definita da tanti "il bacio" tra Venere e Giove.I due pianeti, nei loro moti di rivoluzione attorno al Sole si sono allineati al nostro punto di vista facendoli sembrare vicinissimi (circa 0.33°, meno della dimensione della luna) anche se 830 milioni di Km li dividevano.
La congiunzione fotografata alla Rocca Sforzesca di Imola. Foto di Krishna

L'evento è stato facilmente osservabile anche ad occhio nudo semplicemente cercando verso ovest i due punti più luminosi nel cielo. Non è stato possibile ritrovarsi insieme all'osservatorio per documentare l'evento visti i lavori di ristrutturazione che sono in atto in questo periodo, ma qualche scatto interessante è comunque saltato fuori.
Le immagini che seguono sono il risultato della somma di 3 scatti indipendenti per ritrarre i soggetti che la compongono (Venere, Giove e i 4 satelliti medicei) con la giusta esposizione, date le magnitudini visuali nettamente differenti.


CANON EOS 650D fuoco diretto C8. Foto di Simone C 
Sono chiaramente distinguibili, uno per la presenza della fase e l'altro per le bande e i satelliti. Di dimensioni apparentemente simili, Venere con un diametro di 12104 km è distante circa 77 milioni di km dalla Terra mentre Giove ha un diametro di 142984 Km ed una distanza dal nostro di pianeta di circa 909 milioni di km

Pentax K10D su Vixen 100/1000.Foto di Krishna

 Il prossimo appuntamento è il 27 agosto 2016  in cui avremo la possibilità di ammirare i due pianeti distanziati solo di 0.1°

giovedì 2 luglio 2015

Transito ISS sul disco solare giovedì 25/06/2015

Documentazione del passaggio della stazione spaziale internazionale davanti alla nostra stella, registrato alle 18:54.05s in località Zello, dato che all'osservatorio non è stato visibile.

Altitudine 19.8°
Distanza ISS 998.1 Km
durata del transito 2.14 secondi


Somma di pose realizzata con camera planetaria ZWO ASI120 monocromatica al fuoco diretto di un telescopio Lunt LS50THa/B600PT 50mm H-Alpha.

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Timelapse realizzato con Canon EOS650d al fuoco diretto di un C8
2000mm lunghezza focale

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Somma di pose realizzata con Canon EOS650d al fuoco diretto di un C8
2000mm lunghezza focale

martedì 7 aprile 2015

Svelando i misteri dei cicli solari

L'attività solare manifesta cicli molto complessi. Gli studiosi stanno cercando di comprenderne meglio le periodicità e le origini, per meglio conoscere la nostra stella e per migliorare le capacità di prevedere varie manifestazioni collegate all'attività solare.
Questo articolo su Media INAF racconta alcune recenti scoperte. Le quali sembrano spiegare, ad esempio, perché le tempeste magnetiche più potenti tendano a verificarsi circa un anno dopo il raggiungimento del picco di presenza delle macchie solari. E' stato il caso anche dell'eccezionale "ondata" di particelle solari che ha raggiunto la Terra tra il 17 e il 18 marzo 2015, generando aurore polari di fortissima intensità (foto sottostanti, riprese dal Canada e dalla Svezia).



venerdì 3 aprile 2015

Il giorno e la notte

A volte l'eccezionalità di una immagine non sta nella perfezione della sua esecuzione, o nella difficoltà o rarità del soggetto immortalato.
Anzi, spesso a renderla speciale è l'inventiva, o meglio la capacità del fotografo di concepire e realizzare una composizione efficace e originale.

Trovo sia il caso di questa fotografia, che ritrae una città svedese in due momenti distinti: nella metà di sinistra di giorno, a destra di notte, col Sole e la Luna ripresi quando si trovavano esattamente nella stessa posizione. Notare la presenza, in entrambi i casi, di un alone luminoso diffuso dai frammenti di ghiaccio nell'atmosfera.
Questa ed altre immagini, comprese fotografie di incredibili aurore boreali, si trovano sul sito
http://astrofotografen.se/ 


mercoledì 25 marzo 2015

Eclissi di sole, time lapse


Terrazzo dell'osservatorio astronomico Alfio Betti, Imola.
Circa 800 scatti (e qualche imprevisto...)
Fuoco diretto rifrattore Vixen 100/1000 + filtro mylar alluminato su Pentax K10D.




sabato 21 marzo 2015

Cronache di una eclissi.

Riportiamo la testimonianza di Massimiliano Berti, socio AAI.

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11 AGOSTO 1999...

Avevo solo 10 anni quando vidi l'eclissi parziale sul cielo d’Imola.
Di quell'evento mi restano vividi ricordi, ma nessuna foto. 
Stavolta sarà diverso.

20 MARZO 2015

E’ mattina presto. Anzi prestissimo. La notte volge al termine e sono in corso gli ultimi preparativi: ricavare e montare i filtri in mylar per immortalare l’eclissi di Sole, che per noi italiani ancora una volta sarà (purtroppo) solo parziale.

Arriviamo in osservatorio con ampio anticipo sul il pubblico, previsto dalle 9 in poi.  
Prepariamo la cupola. Luca mi chiede come penso di voler osservare e fotografare l’eclissi, e mi propone di fotografare al fuoco diretto del rifrattore apocromatico con la mia Canon 700D, mentre lui userà la sua fotocamera per un altro esperimento. E’ doveroso riprendere e documentare l’evento… Mi sento carico e pronto!
Iniziamo ad allestire il tutto, il tempo stringe… Si avvicina il momento del primo contatto, ma il mio “battesimo” subisce subito una battuta d’arresto: l’anello adattatore per collegare la macchina fotografica al telescopio mostra del “gioco”. In poche parole non mantiene ben salda la macchina fotografica.
Per fortuna la grande esperienza di alcuni soci consente di trovare un rimedio.
Intanto i visitatori iniziano ad arrivare… Nel giro di pochi minuti numerose persone si radunano in cupola e sul terrazzo.

Alle 9:28 inizia l’eclissi, e partono a raffica anche le nostre riprese!
Mentre scatto, osservo il Sole: è affascinante vedere l’eclissi, osservandola al telescopio si nota bene come l’avanzare sia rapido. Lo stesso parere accomuna i visitatori che, in cupola e fuori, ammirano lo spettacolo.

Tante le curiosità e le domande da parte dei nostri ospiti. Ci chiedono dettagli su quali tecniche di ripresa usiamo, sugli strumenti che abbiamo in cupola, su quali appuntamenti offriamo al pubblico.  Tra una ripresa e l’altra riesco a dare qualche risposta.
Ci sono persone di tutte le età, anche ragazzi e bambini. Sono tutti incuriositi dal fenomeno in corso, ma anche, più in generale, dall’osservazione del cielo.



Mi sento protagonista di questo magnifico spettacolo naturale offerto dal Sole.
Alterno i momenti di ripresa all’osservazione, specialmente durante il momento di culmine del fenomeno (verso le 10:30), dopo il quale la Luna inizia a liberare il disco del Sole.

Mentre scatto le ultime foto, soddisfatto della giornata e dello spettacolo visto, il Sole torna infine alla normalità. Dovrò aspettare diversi anni per rivedere un fenomeno come questo. E servirà attendere il lontano 2075 per una eclissi totale (che sarà osservabile dal Nord-Est dell’Italia).
Con questo pensiero un po’ malinconico termina la mia mattinata, vissuta in Osservatorio in compagnia dei Soci più esperti e di altri “nuovi arrivati” come il sottoscritto. Raccolgo l’attrezzatura, salutando il gruppo, e ritorno alle faccende di tutti i giorni, felice di aver aggiunto ai miei ricordi anche questa bellissima esperienza.  
Spettacoli di questo genere, rari e magnifici, sarebbe bello averli più spesso. Però forse è proprio questo il segreto del loro fascino, l’elemento che li rende così speciali: l’attesa.

Grazie a chi ha condiviso con me questa giornata unica.

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Dettagli immagine: Canon 700D al fuoco diretto del rifrattore apocromatico (115 mm, f/7) corredato di filtro in mylar. ISO 200, posa 1/1328 s. Lo zoom mette in evidenza le macchia solare che, pochi istanti dopo, è scomparsa dietro il disco lunare. 

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mercoledì 11 marzo 2015

Eclissi di Sole del 20 marzo 2015

Cosa sarà visibile dall’Italia
Il fenomeno sarà visibile come eclissi totale esclusivamente da poche località nel “grande nord”, in particolare le isole Svalbard. In altre regioni del pianeta, tra le quali l’Italia, l’eclissi si verificherà in forma parziale.
Soltanto l’eclissi totale consente di ammirare la debole corona solare e ottenere “la notte di giorno”: nei pochi minuti in cui la luce del Sole è completamente bloccata dal disco lunare, appare il cielo stellato e l’orizzonte si trasforma in un crepuscolo a 360°. L’osservatore, in quel caso, si trova completamente immerso nell’ombra della Luna.
Una eclissi parziale come quella che osserveremo tra pochi giorni, invece, si concretizza unicamente nella “sparizione” di parte del disco solare, con una diminuzione della luminosità ambientale che spesso risulta difficile da percepire.

Simulazione: come apparirà il Sole da Imola alle 10:30 del 20 marzo 2015, in prossimità del momento di massima copertura del disco solare da parte della Luna. 



Quando e come osservare l’eclissi
Il disco lunare inizierà ad avanzare sul Sole a partire dalle 9:24. La fase centrale dell’eclissi, con la Luna che arriverà a nascondere il Sole per circa il 60% del suo diametro, si avrà alle 10:30 circa, dopo di che il Sole riprenderà a scoprirsi. Il fenomeno terminerà alle 11:43. Per osservare l’eclissi è indispensabile utilizzare filtri di protezione. La luce solare, soprattutto se osservata attraverso fotocamere, binocoli e telescopi, può danneggiare gli occhi in modo irreparabile, anche quando non si ha la sensazione di essere “accecati”. Sono dunque da evitare le soluzioni fai-da-te. Per la visione ad occhio nudo si può usare una maschera da saldatore, oppure si acquistano (anche presso i fotografi) appositi occhialini di cartone che montano filtri specifici; il costo è di circa 2-3 euro al pezzo. Filtri adeguati, in materiali come il mylar, devono essere posti anche davanti a fotocamere e binocoli (mai nell’oculare, sempre davanti agli obiettivi), seguendo le istruzioni che si possono reperire su Internet o presso i rivenditori.

Le prossime eclissi solari osservabili dall’Italia
Per osservare dall’Italia le prossime eclissi parziali di Sole dovremo spettare il 2020, quando però la copertura del disco solare sarà irrisoria, e poi il 2022. Il 13 luglio 2075 a Imola e dintorni si vedrà il Sole sorgere nel pieno di una eclissi anulare. Ancora più lunga sarà l’attesa per ammirare una eclissi totale di Sole: il 2 agosto 2027 la totalità lambirà Lampedusa, poi si passerà al 3 settembre 2081, quando il fenomeno attraverserà le regioni di Nord-Est.
Molte altre eclissi saranno però osservabili in altri paesi. L’elenco si può facilmente reperire in rete; citiamo come curiosità l’eclissi totale di Sole del 21 agosto 2017 che, quasi ad invitare i turisti, percorrerà un coast-to-coast degli Stati Uniti d’America.


sabato 10 gennaio 2015

Un asteroide per astroSamantha.



C'è tanta passione per il cielo, in questa notizia, ed è tutta passione italiana.
Raccontiamola dall'inizio. 


Maura Tombelli, presidente del Gruppo Astrofili Montelupo (di Montelupo Fiorentino), è la persona italiana che ha scoperto più asteroidi, ben 198, e in questa attività è la prima donna al mondo - escludendo le astronome di professione.
Un'attività che richiede competenza, costanza e impegno in dosi ragguardevoli, ma che evidentemente non ha mancato di produrre risultati per questa astrofila di alto profilo, accompagnata e coadiuvata da appassionati quali Daria Guidetti (che oggi è una astronoma ricercatrice presso l'INAF, ma che - la conosco personalmente e posso dirlo - va fiera delle sue radici astrofile).

Tra gli asteroidi "figli" di questa estenuante ricerca, 88 sono stati "battezzati" con un nome proprio, che è anzitutto prerogativa dello scopritore poter proporre e che una commissione internazionale deve approvare, appurando il decoro e i fondati motivi della nomina, secondo precise regole. Ad esempio, il nome deve essere costituito da un'unica parola. 

La Tombelli ha già omaggiato personaggi di spicco quali Piero Angela e Margherita Hack, così come ha dedicato un asteroide anche alla propria città e, come è giusto, ai propri cari.
Ora ha ottenuto l'assegnazione del nome (15006) Samcristoforetti per l'asteroide 1998 DZ32, un oggetto della fascia principale scoperto il 27 febbraio 1996 dalla Tombelli e dal suo maestro Giuseppe Forti (astronomo di Arcetri scomparso nel 2007) utilizzando il telescopio di Cima Ekar. 

La motivazione proposta, approvata dalla Commissione Internazionale IAU di Cambridge, è la seguente:<< Samantha Cristoforetti (b.1977) became the first Italian female astronaut on 2014 Nov. 23, performing a set of science experiments onboard the International Space Station >> (Samantha Cristoforetti - nata nel 1977 - il 23 novembre 2014 è divenuta la prima astronauta donna italiana a svolgere una serie di esperimenti scientifici a bordo della Stazione Spaziale Internazionale). 

Complimenti a Maura per aver ottenuto questi brillanti risultati e per la sua scelta di onorare una professionista come Samantha Cristoforetti (come da lei riportato, su suggerimento di Claudio Casacci di Thales-Alenia spazio). 

Ora attendiamo che la nostra astronauta, che è già stata informata di questo riconoscimento, torni sulla Terra, sperando possa incontrare chi ha scelto di dare il suo nome a una immortale scheggia di cielo. 

[Immagine: dati e parametri orbitali, JPL Solar System Dynamics - http://ssd.jpl.nasa.gov/sbdb.cgi#top ]
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martedì 6 gennaio 2015

Il più grande mosaico di Hubble

Robert Gendler, un nome non certo nuovo agli appassionati di fotografia astronomica, ha contribuito alla realizzazione del più ampio collage di immagini riprese dal telescopio spaziale Hubble.


Il mosaico, che combina 411 "piastrelle" (7.398 esposizioni!) ammonta ad un totale di 104.014x37.157 pixels, pertanto il file arriva a "pesare" ben 9 GB!
Raffigura circa 1/3 della galassia di Andromeda e consente di distinguere individualmente ben 117 milioni di stelle.

Seguendo questo link sarete portati al sito web dove si trovano l'immagine (disponibile a varie risoluzioni ridotte) e alcuni riquadri ad alta risoluzione - circa il 30% dell'originale - per poter ammirare il livello di dettaglio contenuto nei riquadri originali. E' presente anche un video che illustra come sono avvenute le fasi di analisi e composizione delle 411 "piastrelle".

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sabato 3 gennaio 2015

Cosa ci attende per il 2015?



L'anno appena iniziato promette di essere molto interessante per gli appassionati dell'esplorazione spaziale (immagine: rappresentazione artistica della missione "New Horizons" - credits: NASA).
In proposito invito a leggere l'articolo scritto da Matteo Carpentieri su astronautinews.it, del quale riporto un breve estratto.

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Protagonisti saranno soprattutto due pianeti nani: a marzo vedremo per la prima volta da vicino Cerere, il pianeta nano più vicino alla Terra e l’oggetto più grande della fascia degli asteroidi. Il misterioso corpo celeste verrà raggiunto a marzo dalla sonda della NASA Dawn. Dawn entrerà in orbita intorno a Cerere il 6 marzo e passerà i mesi successivi a studiare il pianeta e ad abbassare progressivamente la propria orbita fino a raggiungere, a dicembre, la low altitude mapping orbit, alla quota di 375 km.
Un’altra sonda della NASA, New Horizons, si occuperà invece di svelare i misteri del pianeta nano più famoso, Plutone. La sonda si è risvegliata recentemente per l’ultima volta dall’ibernazione, modalità in cui ha passato gran parte dei quasi nove anni di viaggio fino ad oggi. Il 6 gennaio New Horizons comincerà la prima fase della sua missione scientifica che culminerà il 14 luglio con il passaggio ravvicinato a 13700 km di distanza da Plutone. La missione continuerà comunque per tutto l’anno, dopo di che il team di New Horizons comincerà i preparativi per l’incontro con un altro oggetto della fascia di Kuiper.
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